25 agosto
Ritrovo a Margone di Usseglio (Valli di Lanzo - TO), e inizio della salita per il rif. Cibrario, salita che si può solo definire lunga e calda, manco panoramica perché quando si esce dal bosco ci si ritrova nella nebbia.
Unico diversivo, un enorme gregge di pecore. Sistemazione al rifugio, che ogni settimana è gestito da un gruppetto di volontari di una sezione del CAI locale; quelli di questa settimana non sembrano particolarmente efficienti. I bagni però sono comodi e puliti, ed è molto apprezzata anche la drying room.
Livello di difficoltà della salita ai piani superiori delle cuccette: TD con passaggi molto esposti.
In serata Lucia ci inizia alle perfide gioie del gioco di carte Machiavelli. Una dei rifugisti chiede di unirsi alla partita una volta lavati i piatti; subito sconfitta da Lucia, che è in grado di mettere in atto il pensiero divergente, la signora lancia fiamme dagli occhi, riesce a vincere e afferma: non sarei riuscita a dormire se mi fossi fatta battere da un gruppo di lombardi.
Con preoccupati pensieri per quello che ci toccherà a colazione, andiamo a cercare di dormire.
26 agosto
La colazione in effetti è stata piuttosto scarsa e la notte a 2600 metri nelle cuccette a tre piani tribolata per parecchi di noi.
Per giunta partiamo per la tappa più lunga, attraversando il primo di molti nevai, piuttosto estesi per la fine di agosto.
Superiamo i 3000 mt al col Sulé ,poi di nuovo al Col d’Autaret
dove si entra in Francia.
Non incontriamo praticamente nessuno nemmeno quando
iniziamo la discesa nell’interminabile Vallon de la Lombarde.
Primo guado, necessario perché il ponte proprio non c’è, e il fiume è abbastanza ampio e profondo da richiedere l’attraversamento con i sandali. I piedi, già piuttosto provati,ringraziano.
Il rifugio Averole appare ben in vista molto prima di esserci vicino, e sembra sempre allo stesso posto.
A differenza del Cibrario è piuttosto affollato, i bagni sono piuttosto infelici e il piano superiore delle cuccette richiede capacità AD. Siamo un po’ preoccupati per la cena, che invece è ottima, con anche un dolce appena sfornato.
Facciamo diverse partite a Machiavelli nonostante le incomprensibili carte francesi.
27 agosto
Dopo quasi 1000 m di dislivello in salita il maledetto rifugio continua a sembrare vicinissimo.
Stavolta ci sono altri gruppi sul nostro itinerario, che non è molto segnato né evidente, ma per fortuna il tempo è bello e non abbiamo problemi di orientamento.
Arriviamo così al col du Collarin, circa 3200 m, il punto più alto dell’itinerario dove si rientra in Italia. Da qui inizia la discesa in un orrido canale di sfasciumi tra rocce nere, avvolto nella nebbia, con canapi a cui appendersi. Ha tutta l’apparenza di una discesa agli inferi.
Siamo scomodamente appesi alle corde,
cercando di stare in piedi, quando qualcuno dice ‘ho sentito una goccia di pioggia’. Trenta secondi dopo diluvia acqua ghiacciata, e facciamo appena in tempo a mettere giacche e coprizaini prima di buttarci giù, sempre appesi alle instabili corde, e in pochi minuti siamo completamente bagnati.
Nell’uscire dal canale la luce aumenta, la pioggia smette e il tempo migliora; quando arriviamo sul nevaio sottostante siamo fradici sotto un bel cielo blu.
La discesa però è ancora lunga, con altri sfasciumi, rocce instabili, un paio di guadi fatti con gli scarponi perché tanto ormai, e anche un ponte che ha un’inclinazione preoccupante e non sembra particolarmente stabile.
Vicino al rifugio Gastaldi ci sono branchi di stambecchi e la posizione sotto la Bessanese è davvero notevole. E’ notevole anche l’ampia terrazza di legno scaldata dal sole dove stendiamo ad asciugare tutta la molta roba fradicia. Quando gli viene chiesto del meteo per il giorno dopo, il gestore risponde ‘non dico più niente perché per oggi dava bello stabile’.
Cena ottima, bagni così così, sarà che ci siamo allenati ma salita e discesa dalle cuccette sono solo PD. Ovviamente giochiamo a Machiavelli anche l’ultima sera.
28 agosto
Un bel po’ di salita anche stamattina, di nuovo incontrando pochissima gente, con bella vista sui laghi ancora gelati sotto la morena del ghiacciaio della Bessanese. Collarin d’Arnais, poi l’enorme lago della Rossa, con ancora un blocco di ghiaccio in mezzo, e l’ultima faticosa salita fino al colle Altare. Discesa fino al rifugio Cibrario dove il cuoco ci accoglie con calore e con gnocchi al ragù pronti. Avevamo una mezza idea di far giocare a Machiavelli la signora, ma lasciamo perdere, ci aspettano ancora 1200 m di discesa fino a Margone, e per fortuna non fa molto caldo.
RIEPILOGO
58 km in 4 giorni
3500 m circa di dislivello in salita
Quota massima 3200 m al Collarin
Giro escursionistico ma piuttosto impegnativo
3 rifugi
18 partite a Machiavelli
10 partecipanti: Renato, organizzatore mai abbastanza ringraziato, soprattutto per aver fatto il giro due volte in una settimana; Barbara, Chiara, Daniela, Enrico, Giancarlo, Laura, Lucia, Luisa, Paolo.